|
Calendario
| |
November 2024
Lu | Ma | Me | Gi | Ve | Sa | Do | |
|
|
|
1 |
2 |
3 |
4 |
5 |
6 |
7 |
8 |
9 |
10 |
11 |
12 |
13 |
14 |
15 |
16 |
17 |
18 |
19 |
20 |
21 |
22 |
23 |
24 |
25 |
26 |
27 |
28 |
29 |
30 |
Aggiungi un'iniziativa |
|
|
|
NESSUNO SE LO ASPETTAVA
| |
di Enrico Montalbano
Rete Antirazzista Siciliana
Resoconto Manifestazione del 10 settembre 2006
--
Nessuno si aspettava che la giornata antirazzista di Lampedusa del 10 settembre 2006 si svolgesse in modo del tutto pacifico, non ostile nei confronti dell¹isola, dei suoi abitanti, ma compatta in tutti le sue espressioni, quella dei movimenti antirazzisti, del sindacato cgil, di rappresentanti dei partiti, delle istituzioni, almeno una parte, degli stessi immigrati naturalmente, nel chiedere tre cose fondamentali:la
cancellazione della Bossi-Fini, senza ritornare alla Turco-Napolitano che l'aveva ispirata, la chiusura dei CPT(centri di permanenza temporanea) e di tutti quei luoghi di detenzione mascherati da luoghi di accoglienza, gestiti
da associazioni private per mero scopo di lucro, per chiedere al governo di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale e di mantenere fede al programma dell'unione almeno, malgrado alcune sue ambiguità, come quella del
superamento dei centri di detenzione per immigrati, che stante oggi non ha significato nulla, se non in alcuni casi l'erogazione da parte dello stato di milioni di euro al fine di migliorarne le condizioni o peggio per costruirne di nuovi.
Ma principalmente mettere in moto, già da subito dell'inizio dei lavori parlamentari, quel meccanismo di elaborazione di nuove politiche dell'immigrazione, che tocchino tutti gli aspetti del fenomeno, dagli ingressi e il permesso di soggiorno, alle condizioni di lavoro alla diritto di voto e cittadinanza, insomma una legge ex novo, che si ispiri a principi di libertà e uguaglianza.
Sin dal nostro arrivo, fino alla partenza del giorno dopo, gli abitanti dell'isola non hanno mai avuto paura. Hanno vissuto la loro domenica del tutto simile alle altre, senza mostrare ostilità nei confronti dei manifestanti, anzi molti hanno aperto le loro attività commerciali, altri erano in piazza a d ascoltare quello che veniva detto da ogni rappresentante dei soggetti che avevano promosso la manifestazione, senza che mai ci
fosse alcuna provocazione , se non quella posta in essere dalla rappresentante della lega nord, tal signora Maraventano, che da alcuni mesi, presa dal vortice dell¹apparire e avida di protagonismo fine a se stesso, senza una ben minima capacità di ragionamento intellettuale e politico, del tutto
all¹asciutto sulla conoscenza del fenomeno migratorio e con
l¹arroganza, tipica di chi, tra volgarità e cattivo gusto, sconosce la propria storia e si butta tra le braccia delle orde barbare leghiste, che la usano a proprio beneficio, la donna dicevo appare vicino la piazza con i suoi scagnozzi, e
naturalmente che fa? rincorre le telecamere per dire quel poco che il suo essere pensante riesce a esprimere.
Dopo l'assemblea pubblica in piazza e una volta ribaditi da tutti gli obiettivi che da anni perseguiamo, alle 16.oo, dal porto parte il corteo che attraversando il centro del paese arriva dopo mezz¹ora di fronte il centro di prima accoglienza, ma di fatto centro di permanenza temporanea e lager sin dalla sua nascita.
Questo CPT, si trova a ridosso della pista dell¹aeroporto di Lampedusa, tristemente famoso per le sue condizioni(come tutti gli altri in Italia peraltro) e per le deportazioni di massa di immigrati verso la Libia, denunciato innumerevoli volte dalla rete antirazzista, presente sempre in questi anni a Lampedusa, attraverso una quantità enorme di immagini,
passate in televisione, su internet, recapitate a parlamentari europei, e famosa per l'articolo di Fabrizio Gatti, per l'espresso, protagonista in prima persona degli avvenimenti all'interno del centro.
Cinquecento persone o forse di più arrivano di fronte i cancelli del cpt.
Mai era accaduto nell¹isola. tutti a gridare Hurrya, che in lingua araba significa libertà.
Loro, "gli ospiti", come ipocritamente vengono definiti i migranti rinchiusi come polli in gabbia, sono lì....come sempreŠ.sono ombre spesso dietro sbarre fittissime o avvolte da teloni, vediamo sagome, lontane, poco visibili....alcuni di loro ce la fanno ad arrampicarsi per mostrare i loro
volti, per dire non siamo invisibili, fanno un grande sforzo, anche per guardare noi, per capire....è un gioco di sguardi quasi sempre.ma ci capiamo da tanto tempo ormai.
Viene posto da alcuni di noi un telo bianco:una mano nera a mò di ALT e intorno la scritta: sotto sequestrato, un gesto simbolico che esprime tutto.
Facciamo riprese, da più parti, riprendiamo, cancelli, e dentro altri cancelli, finestre blindate, sbarreŠma più avanti,da un altro lato gli uomini e le donne recluse stanno affacciati, controllati da decine di poliziotti e carabinieri riesco a vederli con lo zoom della videocamera... Salutano... Ci aspettavano. Li salutiamo. Ritorniamo e il corteo siricompatta tranquillamente. Si ritorna sulla piazza da dove di li a
poco sono previsti alcuni concerti di musica etnica.
Ma, nello stesso momento in cui noi eravamo di fronte al CPT arrivano notizie di continui susseguirsi di sbarchi. Alcuni di noi alla fine della manifestazione decidono di andare a vedere. Ma non andremo sin giù alla banchina dal belvedere, alla fine del corso principale del paese, via Roma, dall'alto e supportati da telecamere, riusciamo ad assistere alle operazioni di trasferimento di quelli appena arrivati, da parte di guardia
di finanza e misericordia, verso il centro già sovraffollato per i
continui sbarchi dei giorni precedenti.
Dove quindi andranno a finire queste persone appena arrivate, dove li porteranno dunque nei prossimi giorni?
Si sa che il destino è quello dei continui trasferimenti in vari CPT siciliani o della penisola, primo fra tutti quello in Calabria, altro luogo da cui partono le deportazioni verso la Libia o altri paesi, che non sono quasi mai i paesi di origine dei migranti, di questi instancabili viaggiatori..
Poco veramente possiamo fare, anche se volessimo pensare a qualcosa, siamo a Lampedusa ce ne rendiamo conto. Ne prendiamo ancora una volta atto, lo sapevamo.
Daltronde la giornata di Lampedusa ha un valore fortemente
politico: luogo ormai simbolo di terra di frontiera, che tanto vorremmo che veramente non ci fossero più.
Ma i segnali importanti vengono da più parti, non solo la
partecipazione a livello nazionale di queste giornate ti tanti soggetti, ma l¹adesione di tantissimi, in primis molti intellettuali e figure importanti della politica siciliana, come Rita Borsellino, che dal palco sulla piazza ha ribadito la
sua adesione a questi obiettivi, ponendosi contro l¹esistenza dei CPT, e assicurando la presentazione di proposte alla Assemblea Regionale Siciliana., volte a cambiare pagina in Sicilia , chiamata terra d'accoglienza, ma che di fatto ha mostrato un volto duro, blindato, in molti casi indifferente, come dovunque in questo momento.
Questa esempio di far politica che è stato posto in essere a Lampedusa da parte di tutti i soggetti antirazzisti, dà una lezione a tanti, in primis al sindaco dell'isola, che in mancanza di argomentazioni e per sola contrapposizione politica, aveva terrorizzato i suoi cittadini con notizie di sicure devastazione e guerriglia urbana da parte dei no global, appoggiato spesso da stampa e televisioni compiacenti a caccia di notizie che facciano odiens, ma ci da anche la misura del nanismo politico con cui ogni giorno si deve aver a che fare in Sicilia.
In ogni caso questa esperienza apre una stagione nuova di lotte, non solo sui diritti dei migranti, ma sui diritti di tutti, per continuare instancabilmente a opporsi contro chi vorrebbe fare di ognuno di noi il soldatino del proprio esercito.
Ma in molti abbiamo deciso di no.--
|
|
|
|
|
Newsletter
| |
iscriviti alla newsletter per essere aggiornato sulle iniziative del laboratorio!
|
|
|
|
Accessi
| |
Avete visitato questa pagina 10977 volte.
|
|
|
|