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Per un 25 Aprile di lotta
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25 aprile
h 17.00 – Piazza Massimo
MANIFESTAZIONE
ore 16.00: proiezione documentario "Fascist Legacy"
della BBC
ore 17.00 Assemblea Cittadina di Movimento
opposizione sociale nella terza repubblica
ore 21.30: film "Le 4 giornate di Napoli" di Nanni Loy.
25 aprile
h 17.00 – Piazza Massimo
MANIFESTAZIONE
h 21.00 – Piazza Rivoluzione
Concerti con:
Aristomatti + Tony Landolina
Almost Monkey
Female R'n'R dj-set
sabato 26 aprile centro sociale ASK191 viale strasburgo, 191
giornata di informazione e controcultura resistente
al Giardino Pubblico Autogestito
mostre, musica, performance, autoproduzioni
dalle 16 fino a notte concerti studenteschi + djset
organizza la "factory"
ore 18.30 proiezione di NaziRock
come sdoganare svastica e saluti romani
film censurato di Claudio Lazzaro
L'appello
Mai come in questo periodo una data che per molti anni è stata soltanto una ricorrenza, deve diventare un momento di riflessione e di partenza.
Il 25 aprile è un giorno fondamentale per tutti noi. Per alcuni è “l’anniversario della rivolta armata delle truppe partigiane contro l’esercito nazista fiancheggiato dai fascisti della RSI”. Per altri, conquistati dal trasversalismo che torce la storia alle squallide manovre politiche del presente bipolare o mossi dal negazionismo, “è il momento di mettere da parte l'odio. Bisogna perdonare i partigiani, come bisogna perdonare i reduci di Salò”.Riaffermiamo che il 25 aprile è invece una grande storia di libertà, di lotta per un mondo migliore e più giusto. A cominciare dalla propria condizione. La lotta di liberazione è stata capace di smuovere le coscienze e diventare un percorso sociale, e per questo ha bisogno di essere attraversata da mille esperienze in grado di costruire un’alternativa rispetto a questo degrado. Il 25 aprile deve tornare ad essere il giorno in cui l’immenso patrimonio che la resistenza ci ha lasciato venga attualizzato per contrastare ogni attacco quotidianamente perpetrato contro la nostra libertà, perché per noi di fatto è stata soltanto la giornata gloriosa dell’insurrezione popolare e partigiana, perché non è avvenuta affatto una liberazione.
Ci troviamo in un paese in cui l’uomo, nonostante sia nato libero, è ridotto in catene; dove ancora chi si rifà al fasciamo ha governato e cerca di governare, e dove la sinistra borghese - sia quella più “estremista di centro” che quella sedicente radicale - non è altro che uno strumento di indebolimento e repressione dei movimenti antagonisti, vittime di rappresaglia ogni qualvolta si ribellano allo stato di cose presenti, alle strutture politiche sociali ed economiche dell’attuale sistema neoliberista. Ed in questi anni ne registriamo tanti di attacchi, come i processi sui fatti di Genova, Torino, Firenze, Cosenza e Milano.
Insomma un puro esempio di allegoria della democrazia.
Un paese in cui, con buona pace dei teorici della democrazia a-conflittuale, si è assoggettati al sistema capitalistico in cui i padroni sfruttano i lavoratori (italiani e stranieri) e non s'arrestano fino a che rimanga un muscolo, un nervo, una goccia di sangue da spremere:
operai che muoiono ogni giorno in fabbrica durante lo svolgimento del proprio lavoro per mancanza di misure di sicurezza e menefreghismo da parte dei padroni nei confronti di chi esercita la propria forza-lavoro per il loro arricchimento…del resto, morto un operaio se ne fa un altro
beni primari come l’acqua vengono privatizzati per l’arricchimento di pochi imprenditori
altri come la casa diventano un lusso per pochi; sempre di più sono coloro che in Italia si ritrovano senza un’abitazione, pochi hanno la possibilità di pagare l’affitto e chi prova a comprarla avrà un debito per il resto della sua vita
il mondo dell’istruzione e della ricerca sempre più poveri, in quanto i fondi che potrebbero essere destinati alla scuola e all’università vengono usati per finanziare le guerre imperialiste
Possiamo tranquillamente affermare che viviamo una vita in cui è presente una sola certezza - da cui dobbiamo liberarci - la PRECARIETA’.
Con questo termine non si vuole solo indicare una forma di lavoro, esso è il nome che viene dato al comando e allo sfruttamento che le nostre esistenze oggi subiscono. Per alcuni il processo di precarizzazione del lavoro e della vita sono un’espressione contingente e patologica della nuova economia flessibile, ma è un falso ideologico e sociale… in Italia non è così in quanto non vengono rispettati i diritti che spettano ai lavoratori. I contratti a tempo determinato una volta erano una cosa improbabile, l’eccezione, ma in un paese come l’Italia lo “stato d’eccezione” diventa normalità, regola! Se c’è qualcuno che vede nei precari esclusivamente la risultante prodotta dallo smantellamento dello Stato Sociale, noi dobbiamo ribadire che invece sono la controparte del nuovo processo di accumulazione del capitale. Ed è per tale ragione che noi chiediamo soluzioni immediate come il reddito di cittadinanza - in quanto esistiamo e quindi produciamo - indipendente dalla classica attività lavorativa, perché il lavoro non è l’unica fonte di ogni ricchezza, la cui fonte può essere anche la forza-invenzione, che come non mai nella società postfordista diventa forma di produzione immediata.
E’ giunto quindi il momento che scocchi l’ultima ora per questo sistema, gli espropriatori devono essere espropriati! Dobbiamo riprenderci ciò che ci spetta, riuscire ad appagare i nostri bisogni e soddisfare i nostri desideri, sempre negati.
Lanciamo quindi per questo 25 aprile una giornata di mobilitazione per ricordare, ma soprattutto per rilanciare una lotta per liberarci dai residui fascisti all’interno della casta parlamentare, dal capitale e dalla precarietà.
PALERMO RESISTENTE
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