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Ven 19 dicembre - ore 21.30


dramma epistolare di Giacomo Guarneri
con Giacomo Guarneri e Maria Francesca Spagnolo


[Premio “Enrico Maria Salerno” per la Drammaturgia 2008 – Premio all'Autore]







SINOSSI
1956. Il giorno dopo la catastrofe mineraria di Marcinelle, in Belgio, Genoveffa, moglie di uno tra i più di cento operai italiani rimasti intrappolati al fondo del pozzo di Bois du Cazier, riceve la visita ufficiale del Re Baldovino. Ecco che la donna vuole far partecipe l'illustre ospite della propria vicenda - lei in Belgio è appena arrivata -, e nella foga del racconto recupera una scatola piena delle lettere che per sette lunghi anni lei e il marito Antonio si scambiarono.
Ma il Re porge i propri saluti e lascia la casa.
Rimasta sola coi suoi ricordi, Genoveffa ripercorre le tappe salienti della propria vicenda d'amore e di migrazione, tappe segnate dal rincorrersi di quella corrispondenza. Inizia un viaggio nella memoria, a partire dal giorno lontano in cui l'uomo partì per il Belgio, lasciando la giovane sposa al capezzale del letto di una madre visionaria, per far ritorno infine al suo presente di solitudine.
I resoconti dell'emigrato si inscriveranno all'interno di un più ampio panorama di storie di “fughe senza ritorno” dalla Sicilia. Il tema della “morte bianca” si lega così a quello che sembra il destino di una terra, la Sicilia, che non riesce a trattenere i suoi figli, indifferente e precaria come un nido d'uccelli, dal quale domani solo gli incerti non avranno spiccato il volo. La materia del racconto rivela così la propria attualità anche a distanza di due o tre generazioni e sotto l'effetto “poetico” del tempo e della memoria, si trasfigura e si mitizza.
Giacomo Guarneri





PREMIO “ENRICO MARIA SALERNO” PER LA DRAMMATURGIA - XIV EDIZIONE

GIUDIZIO DELLA GIURIA


«La terribile tragedia dei minatori italiani morti nelle miniere del Belgio nel '56, la dura realtà della fuga dalla miseria del nostro Meridione, vengono restituiti, in forma di dialogo epistolare, attraverso lo sguardo candido dei due protagonisti. Lui, Antonio, il marito, che parte in cerca di lavoro, e lei, Genoveffa, la moglie, che resta a casa e aspetta di raggiungerlo.
Attraverso la suggestione del dettaglio narrativo, l'immaginazione del lettore/spettatore si colma di personaggi fantastici: il compagno di baracca polacco, che lancia gli spaghetti al muro per saggiarne la cottura, Baldassarre, il cavallo con gli occhi sbiancati dal buio cieco della miniera o, ancora, il signor Porco Diavolo, che così si autonomina perché lui, il Signore, non lo ha mai bestemmiato.
Nella penna di Guarneri, Antonio diventa un novello Charlie Chaplin siciliano mentre, a casa, Genoveffa sogna una gallina che scodella alberi di mele che contengono anelli d'oro. Guarneri è capace di farci sorridere pure nella consapevolezza della tragedia che incombe».

(Roma, Teatro India, 26 novembre 2008)




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