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MERCOLEDI’ 23 NOVEMBRE: BLADE RUNNER
MERCOLEDI’ 30 NOVEMBRE: STRANGE DAYS
MERCOLEDI’ 7 DICEMBRE: NIRVANA
MERCOLEDI’ 14 DICEMBRE: MATRIX
MERCOLEDI’ 21 DICEMBRE: I FIGLI DEGLI UOMINI




“Cyberpunk e Potere” - Cineforum a cura dell’associazione Radio Aut

“Il futuro della fantascienza? Ci viviamo dentro…” (W. Gibson)



Un diffuso pregiudizio sulla fantascienza impone di rapportarsi ad essa quasi fosse esclusivamente un genere d’evasione, decontestualizzato e capace di nascere, svilupparsi e morire all’interno della propria esclusiva referenzialità. Superato un approccio così preconcetto e superficiale, ci si ritrova davanti al nudo processo di mediazione della realtà che tale genere il più delle volte rappresenta.

In cosa consiste nei fatti tale processo? Nella facoltà di poter delineare problematiche attuali attraverso la loro rappresentazione in un sistema altro e creato ad hoc. Quando tali problematiche riguardano la società, il controllo della stessa da parte di poteri più o meno occulti e la reificazione dell’individuo ridotto a macchina, ecco sorgere – nel clima gotico, punk e psichedelico degli anni ’80 – il sottogenere del cyberpunk.

Allontanandosi dalle profondità siderali della fantascienza classica, questo genere (divenuto un vero e proprio marchio culturale mainstream grazie a giochi di ruolo, videogames e film) precipita il lettore/spettatore/giocatore in una società del tutto alienata, generatasi dall’estremizzazione dei mali di quella attuale e dominata da un contesto tecnologico visionario che si colloca (secondo le parole di Sterling, uno dei massimi esponenti del genere) a metà fra due mondi sempre tenuti distanti: la cultura high-tech e quella pop-underground.

L’universo del cyberpunk è una dimensione allucinata da nuove droghe, in cui onnipotenti corporazioni dettano legge su un mondo di derelitti e gli uomini hanno infranto il pudore della loro stessa carne fino a integrarsi con la stessa macchina.

Che ruolo ha in questi scenari il Potere? Esso conforma, controlla, domina la mente, le relazioni, il corpo stesso degli esseri umani. Riesce a forzare ogni resistenza naturale dei gruppi sociali, limitandosi a imporre uno stato permanente di polizia o creando attorno all’uomo l’intero mondo che gli è consentito di vivere (Matrix). Nei film proposti il Potere assume di volta in volta l’aspetto della Corporazione, della Macchina, persino della Disillusione.

Chi sono i protagonisti che lo fronteggiano? La narrazione cyberpunk, esclude da tale ruolo individui piatti e comuni: si tratta quasi sempre di investigatori della propria coscienza, in grado di porsi domande a stento concepibili dai propri simili; personaggi sempre e comunque complessi, per questo costretti a vivere ai margini di una società disfatta.

In un clima disperato fino a questo punto, quali sono i processi di resistenza possibili? Consapevolezza, resistenza al flusso mediatico permeante, indagine (poliziesca o esistenziale) e persino un processo esistenziale di emersione dell’individuo dalla palude degli altri esseri umani. Sull’attualità di tale genere, basterà interrogare qualsiasi testata giornalistica per comprendere come l’influenza di poteri occulti, la reificazione del cittadino, il controllo esercitato tramite la tecnologia ed una diffusa virtualizzazione delle proprie coscienze nel calderone della Rete siano passati ormai dall’immaginario alla realtà.
MERCOLEDI’ 23 NOVEMBRE: BLADE RUNNER (R. Scott, 1982)

In una Los Angeles piovosa e sovrappopolata, il poliziotto Deckard (Harrison Ford), dell’unità Blade Runner, viene richiamato in servizio. La sua specialità è l’eliminazione di esemplari insubordinati di replicanti, androidi destinati al lavoro nelle colonie spaziali: quattro di loro hanno raggiunto la Terra per provare a sabotare l’industria stessa che li produce. I replicanti sono identici agli esseri umani, tranne che per la durata limitata dell’esistenza e per la (pretesa) incapacità di provare sentimenti. Ecco che Deckard si pone sulle tracce dei replicanti da “ritirare”… Liberamente ispirato a Il cacciatore di androidi di P. Dick, il film è considerato unanimemente la pietra miliare del cinema cyberpunk, capace di sviluppare in maniera ancora oggi ineguagliata le tematiche principali del genere, impreziosite dalla regia di Ridley Scott, dalla colonna sonora di Vangelis e dalle interpretazioni di Ford e Hauer.
MERCOLEDI’ 30 NOVEMBRE: STRANGE DAYS (K. Bigelow, 1995)

I giorni del titolo sono il 30 e il 31 dicembre 1999, ultimi dell’anno, del secolo e del millennio. Nel 2000 la droga più ambita è lo Squid, un CD che attraverso una cuffia fa rivivere a tutti i livelli sensoriali un’esperienza già vissuta da un altro. Illegale e clandestino, lo Squid è spacciato da Lenny Nero, ex poliziotto, che si mette nei guai per aver trovato le prove dell’omicidio di un celebre cantante nero… Un atmosfera apocalittica di fine millennio, pessimista ma mai patetica o disperata. Scritto e prodotto da James Cameron e diretto dalla moglie Kathryn Bigelow, Strange Days rappresenta una straordinaria raccolta di ansie e alienazioni sociali, di paura nichilistica del futuro, e di intensa violenza del presente.
MERCOLEDI’ 7 DICEMBRE: NIRVANA (G. Salvatores, 1997)

2005. Un caotico cerchio di periferie etniche – ricordo dello Sprawl di Gibson? – che si raccoglie attorno ad un centro cittadino di privilegiati, tre uomini si uniscono in una strana cerca per sfuggire alla propria vita: Jimi (Lambert), l’ideatore del videogame che dà il titolo al film; Joystick, (un bizzarro ma perfetto Rubini), un hacker; Solo (Abatantuono), protagonista del videogame stesso. Un film più unico che raro nel contesto cinematografico italiano, spesso considerato una parentesi artistica nell’opera di Salvatores in Italia, ma acclamato all’estero. Un film che propone e rappresenta un ambiente psichedelico dove le “porte della percezione ” sono state spalancate,rivelando un mondo che deve il suo fascino alla Pop Art, alla cultura punk, persino a Bosch.
MERCOLEDI’ 14 DICEMBRE: MATRIX (A. Wachowski – L. Wachowski, 1999)

Non del tutto ascrivibile al genere del cyberpunk ma rappresentante perfetto dell’estrema conseguenza di ogni sua tematica, Matrix fa del mondo percepito da ogni essere umano null’altro che un velo per coprire l’atroce vittoria delle macchine sull’uomo. La reificazione dell’essere umano giunge al punto da renderlo foraggio per le macchine stesse. Seguendo un tatuaggio sulla spalla di una ragazza, l’hacker Neo (Reeves)- anagramma di One – prende coscienza dell’l’inganno e impara a conoscere chi lotta per sconfiggere la Matrice che l’ha generato. Il film, primo della famosissima trilogia dei fratelli Wachowski, è di fatto una delle massime espressioni della corrente del post-cyberpunk che alle consuete tematiche del genere unisce una profonda spiritualità, a volte aliena, a volte dal sapore antico.
MERCOLEDI’ 21 DICEMBRE: I FIGLI DEGLI UOMINI (A. Cuarón, 2006)

2027. Il più giovane essere umano è morto e la notizia viene accolta con sconforto da un umanità non più in grado di procreare e destinata per questo alla fine. Tale fatto eclatante è solo il pretesto per una riflessione acutissima sui mali della società odierna con un Inghilterra dipinta come “una Jugoslavia in cui tutti sparano a tutti” ma in cui è rimasta una speranza che alberga proprio fra quegli emarginati che il mondo tenta di nascondere o allontanare. Tratto da un opera dello scrittore utopista P.D.James, i Figli degli Uomini è in grado di rimanere intrinsecamente legato per ambientazioni e ritmi alla narrazione cyberpunk ma riuscendo a compiere un passo successivo verso un iperrealismo quasi documentaristico con la macchina da presa che segue Theo (Clive Owen) come fosse un inviato di guerra.




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