Un fantasma si aggira per il Giappone. - N° 1 - Konnichiwa


Abbiamo chiesto al nostro Space Jokey preferito, Fantom Favara, attualmente in Giappone, di curare sul nostro sito una piccola rubrica, una sorta di diario di viaggio, su questioni riguardanti la “città”, le post-modernizzazione della società e il rapporto oriente- occidente, ovvero l’“orientamento dell’accidente”!!!

Parte così: “Un Fantasma si aggira per il Giappone”.
Un po’ un tentativo di guardare dal di fuori il divenire delle nostre città, un po’ un modo per guardare dal di dentro cosa avviene dall’altra parte del mondo.
E un po’ un modo per tenerci in contatto con un grande amico.

Contributi e Commenti sono graditi.


Ehi Zeta,
Vi scrivo dopo aver letto l’ultima citazione sul
materialismo della corporeità (Zeta News 23).
Sto girando la città con in mente alcune pagine dell’impero dei segni di Roland Barthes.
Barthes sosteneva che il centro delle città occidentali è pieno di banche di chiese, di agorà dove è possibile incontrare la verità di una cultura, perché vi si incontra la parola, il potere.

Proprio l’altro giorno sono stato in una Jinjya bellissima.
Una Jinjya è un tempio, ma di città.
Quelli di campagna si chiamano Otera e sono spesso più grandi.
E’ strano che non si possa entrare dentro i templi come dentro le nostre chiese. Gli spazi sacri sono solo per i monaci, si può solo girare intorno alle costruzioni (che sono più di una nello stesso complesso) per i giardini.
Come ad esempio si può solo girare attorno al palazzo dell’imperatore o attorno agli occhi di una persona (i giapponesi non guardano negli occhi o lo fanno di rado), ti guardano la fronte o il naso e mentre ti parlano guardano completamente da un’altra parte.
La stessa cosa avviene nella costruzione delle frasi: è difficile che arrivino al nocciolo del discorso immediatamente, prima è buon uso parlare di altro, anche in questo caso è un continuo girarci attorno.
Per certi versi la verità non esiste in un punto.
La verità del potere, la verità del senso, la verità della persona, la verità della religione.
E’ come se non esistessero in quanto punti fissi in cui poter accedere, entrare, ma piuttosto in quanto orbite sulle quali evolvere.
Ma sono ancora visioni parziali, che bisognano di arricchimento.
Per il resto va tutto bene, sto a poco a poco imparando la lingua (sette ore al giorno di lezione, a volte mi sembra di impazzire con tutti i kanji e il katakana) e poi non è del tutto vero che, come crediamo in occidente i kanji, gli ideogrammi, significhino qualcosa. La maggior parte non significano assolutamente nulla.

Che si dice da noi? Ho visto che il lab sforna incontri a manetta e che l’attività continua alla grande.
Il Palermo che dice?
Qui ancora nessuno sa dell’esistenza del Fantom…
anche se ho già cominciato a fischiettare un motivetto in giapponese, raccontami che ti racconto.
SJ



Articolo tratto da: Laboratorio sociale occupato zeta - ZetaLab - Palermo - http://www.zetalab.org/
URL di riferimento: http://www.zetalab.org//index.php?mod=read&id=1116495232