Petizione in favore di un migrante


Un ragazzo è da solo al reparto rianimazione dell’ospedale Civico di Palermo dal 5 marzo scorso. È appena uscito dal coma. Gli hanno dovuto amputare un braccio , dalla spalla in giù. Non ha un amico,non ha parenti in città che possano confortarlo facendogli accettare la sua nuova condizione.

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Le firme raccolte possono essere riportate al laboratorio zeta



--Ha rischiato di morire sfracellandosi sugli scogli di Linosa dopo che la barca sulla quale viaggiava insieme a centinaia di altri migranti come lui si è rovesciata davanti la piccola isola. Non si conosce il numero dei morti e dei dispersi. I sopravvissuti sono circa 270. Molti sono stati trasportati a Lampedusa, in uno dei più vergognosi Centri di Permanenza Temporanea d’Italia.
Il ragazzo che ora è a Palermo; è stato trasportato d’urgenza in elicottero perché le sue condizioni lo richiedevano. Solo per questo è scampato al Cpt e ad una probabile espulsione.
Il giorno dopo il suo arrivo siamo riusciti a vederlo per pochi minuti. Non abbiamo potuto comunicare con lui perché ancora non si era risvegliato.
Ora che potremmo parlargli, cercare di aiutarlo, per quanto possibile, ad affrontare la tragedia che gli è capitata, l' autorità di polizia non ci lascia più entrare e suggerisce ai responsabili del reparto ospedaliero di giustificare l'assurdo divieto con il pretesto della “tutela della privacy”: solo i familiari potrebbero visitarlo e noi, evidentemente, non lo siamo.

Il suo destino sarà quindi deciso dalla legge sull’immigrazione dell’attuale governo.
Nell’indifferenza di tutti, piccolo effetto collaterale di una guerra violenta e vigliacca condotta ogni giorno contro uomini,donne e bambini inermi, seguirà il percorso comune di tutti i migranti che oggi raggiungono i nostri paesi: un percorso fatto di detenzione, violazione dei diritti, razzismo istituzionale, espulsioni forzate, clandestinità obbligata.

Oppure no. Questa volta no. Questa volta noi, cittadine e cittadini di Palermo potremmo decidere che debba andare diversamente.
Questo giovane uomo, oltre ad essere prima di tutto una persona è, suo malgrado un simbolo.
È il simbolo della sofferenza provocata da leggi ingiuste, che creano morte e odio.
È il simbolo di quello che sta diventando la Sicilia, non più crocevia di culture e genti, porto di accoglienza e mescolanza, ma carcere a cielo aperto e avamposto di segregazione e frontiera armata della fortezza europea.
È il simbolo di quello che è già diventato il nostro mare Mediterraneo, tomba senza lapidi né fiori di migliaia di cadaveri senza nome né storia.
È il simbolo, infine, del mondo che stanno preparando per noi, un mondo costruito su separazioni fittizie tra cittadini con dei diritti e masse umane indistinte che possono essere lasciate morire.

Pensiamo che allora, stavolta sia possibile cambiare le cose almeno per lui che si trova qui, nella nostra città, e, attraverso lui, un pochino anche per tutti gli altri.

Chiediamo che questo ragazzo di cui vogliamo conoscere il nome e la storia venga a vivere tra le nostre strade, in mezzo a noi, con pari dignità e diritti.
Chiediamo per lui il conferimento della Cittadinanza Onoraria perché venga protetto da ogni forma di vessazione e non rischi di essere espulso dopo tutto quello che ha già subito.--


Articolo tratto da: Laboratorio sociale occupato zeta - ZetaLab - Palermo - http://www.zetalab.org/
URL di riferimento: http://www.zetalab.org//index.php?mod=read&id=1142509563