TRA POCHI GIORNI E’ NATALE



30 APRILE 2007 ORE 21.30 BIGLIETTO 4 €



di Antonio Carletti



“ Pinelli l’anarchico” … e perché non “Pinelli il ferroviere”? Perché non “Pinelli, papà di Silvia e Claudia”? Perché non “Pinelli la staffetta partigiana”? Perché non “Pinelli, che leggeva centinaia di libri e aveva fatto solo la 5^ elementare”?
NO, “Pinelli, l’anarchico”.




Il lavoro si struttura in quadri: ognuno di essi ruota intorno a una persona o a un accadimento chiave. L’argomento è la figura di Giuseppe Pinelli inserita nel contesto storico: il prima, il dopo e i personaggi coinvolti nella vicenda della sua morte e della strage di piazza Fontana.
Il presupposto da cui parte lo studio è assolutamente personale: l’interesse e l’ammirazione verso una persona che non c’è più, per sfociare però in un’ indagine che cerca di non tralasciare nulla e di illustrare i fatti in modo chiaro, asettico e trasparente. Ma di chiaro in questa storia c’è ben poco.


Durata dello spettacolo: 1 ora 40 min. ca.



IDEA, RICERCA, TESTO E INTERPRETAZIONE: Antonio Carletti
SUONI: Roberto Quadrelli
COLLABORAZIONE: Antonio Tancredi
LUCI E FONICA: Tristan Martinelli


Anche sui migliori dizionari il termine "anarchico" è innanzitutto indicativo di disordine, sregolatezza, caos ponderato; la definizione di un ideale che probabilmente dal pensiero di William Godwin si affermerà a partire dall'Ottocento con Proudhon e Bakunin, risulta così secondaria, a dispetto della stessa etimologia del termine. L'anarchico diviene così un bersaglio comodo da perseguire, il capro espiatorio ideale che non conosce difensori o "appoggi" politici, l'elemento negativo da sradicare quale orpello del male a simbolo della pestilenza di Tebe.

Antonio Carletti ripercorre in una lucida cronaca i tragici fatti che seguirono nel clima natalizio la strage di piazza Fontana a Milano del 12 dicembre 1969 e la successiva morte del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, "volato" il 15 dicembre dalla finestra dell'ufficio del commissario Calabresi al 4° piano della questura di via Fatebenefratelli, dopo 78 ore di duro interrogatorio. Pinelli fu "sospettato" di essere tra gli autori della strage in quanto elemento rappresentativo dell'anarchia milanese, stimato da tutti per coerenza ideale e spirito di solidarietà. E forse proprio per questo, pericoloso...
Qui non ci troviamo di fronte a un semplice teatro di narrazione, ma a una denuncia cruda, densa d'ironia nella considerazione di fatti e testimonianze, simile per forza e contenuti alla svolta poetica di Jukebox all'idrogeno di Allen Ginsberg, da parte di un autore genovese da sempre impegnato a "sollevare" i coperchi sui verminai del mondo.
In questo caso, non si tratta di uno spettacolo per non dimenticare, ma per cominciare ad imparare i fatti che contraddistinsero una parentesi cupa della nostra storia.
(Claudio Elli)



Sig. Antonio,
Ho ricevuto la sua documentazione sulla strage di piazza Fontana e i fatti ad essa attinenti:
l’ho trovata molto interessante e veritiera.
Le esprimo la mia gratitudine e quella dell’Associazione.
Un grazie ancora
Luigi Passera (Presidente Associazione parenti vittime piazza Fontana)


Caro Antonio,
Ho letto la sua ricostruzione della bomba di Milano. Mi sembra ben fatta. Bravo!
C'è rapidità di narrazione, buona conoscenza della suspence, ritmo preciso.
Un carissimo saluto da Dacia Maraini



Articolo tratto da: Laboratorio sociale occupato zeta - ZetaLab - Palermo - http://www.zetalab.org/
URL di riferimento: http://www.zetalab.org//index.php?mod=read&id=1176727331