CRIMINALIZZAZIONE DEL DISSENSO



MERCOLEDI 15 OTTOBRE- ORE 16,30

SALA CONSILIARE del COMUNE DI PALERMO

(PIAZZA PRETORIA)


ASSEMBLEA CITTADINA
su
CRIMINALIZZAZIONE DEL DISSENSO<(h1>

“MISURE REPRESSIVE (avviso orale pervenuto a Pietro Milazzo, ordinanza antibivacco del sindaco, denunce e condanne ad attivisti del movimento per la casa), POLITICHE DELL’ORDINE PUBBLICO, EMERGENZE SOCIALI e sviluppo delle vertenze ed interessi in campo ed in gioco”.




La vicenda che ha colpito Pietro Milazzo (tutt'altro che conclusa) è un segnale di molte cose:

1- L'emergenze sociali si vogliono relegare a questione di ordine pubblico (vedi questione senzacasa).

2- E' in atto, a livello locale e nazionale, una strategia di criminalizzazione del dissenso che ha come reale obiettivo, dietro lo spauracchio della sicurezza, quello di spianare la strada a provvedimenti liberticidi ed autoritari.

3- L'opposizione a tutto questo è tutta da inventare.

La vicenda che ha colpito Pietro, però, ci dice anche che non partiamo da zero.
L'incredibile catena di solidarietà che ha preso vita è il segnale che esiste ancora una rete di relazioni non travolta dall'indifferenza.
Da questa rete dobbiamo partire.
Perché la vicenda di Pietro è tutt'altro che conclusa.
Perché la posta in gioco è molto più alta.



Contributo alla discussione di Fulvio Vassallo Paleologo


Contributo alla discussione di Marcello Faletra





Mail di Pietro di aggiornamento sulla vicenda:

Per una errata interpretazione giornalistica, dopo l’incontro della delegazione regionale della CGIL con il questore Marangoni si è diffusa la FALSA IMPRESSIONE che la vicenda iniziata con la notifica a me dell’avviso orale,ai sensi della legge del 1956 che regola le misure di prevenzione, si fosse risolta o sgonfiata.
Purtroppo NON E’ COSI’ !
Il Questore, pur avendo cercato di minimizzare la portata dell’atto, NON HA ACCETTATO la proposta di REVOCARE il provvedimento.
CIO’ significa che, trascorsi sessanta giorni dalla notifica dell’avviso orale, per tre anni di seguito il Questore potrà, a sua discrezione, decidere di deferirmi al tribunale che si occupa delle misure di prevenzione.
Insomma penderà sul mio capo una spada di Damocle ingiusta ed intimidatoria che non intendo subire, anche per non creare un precedente pericolosissimo !!!
Intendo avvalermi del diritto che la legge mi accorda di chiedere la revoca al Questore, costringendolo così a dire SI o NO a questa istanza..
Ciò fra l’altro eviterà che la vicenda si spenga come impatto pubblico, allentando la vigilanza e
La mobilitazione che si è prodotta.
Pensiamo che se questo fatto passasse impunemente si determinerebbe un gravissimo precedente che contrarrebbe e condizionerebbe, pesantemente, non solo la mia agibilità ed i miei spazi, ma potenzialmente quelli di tutte/i..
Nel ringraziare per l’eccezionale prova di solidarietà e di affetto che mi è stata rivolta (oltre 500 email solidali, più centinaia di telefonate ed sms), CHIEDO di proseguire e non MOLLARE su questo fronte.
SPERO di USARE la mia VICENDA PERSONALE come clava per inceppare il meccanismo repressivo e creare un precedente alla rovescia!!!
MA per FARLO HO BISOGNO DEL SOSTEGNO DI TUTTI VOI!!!!

PIETRO MILAZZO
Palermo 9 ott. 2008



Articolo tratto da: Laboratorio sociale occupato zeta - ZetaLab - Palermo - http://www.zetalab.org/
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