Riunirsi intorno a un tavolo e condividere saperi, mettendo insieme le forze per elaborare strumenti di interpretazione del reale e modalità di intervento che scardinino le dinamiche vecchie e nuove dello sfruttamento, nella conoscenza e attraverso la conoscenza.
Questa pratica semplice, ma al contempo laboriosa e potente, condensa tutto il progetto della LUZ – la Libera Università dello Zeta – che attraverso seminari e laboratori periodici, incontri e dibattiti proverà a offrire un contributo a un passaggio politico oggi non più rinviabile: affiancare alla critica del vigente non più solo un altro modello teorico, ma la costruzione di un’alternativa reale. Un’alternativa al modello di creazione e riproduzione della conoscenza oggi incarnato dal sistema delle università aziendalizzate e privatizzate, e insieme mortificate da tagli e intrighi. Alle strutture di comunicazione e diffusione dei saperi incarnate da un’editoria sospesa tra lo smarrimento di senso del suo ruolo come agenzia critica e le nuove enclosures di cui è portatrice un’ideologia sempre più securitaria del copyright. E anche un tentativo di ispirarsi alle altre esperienze, passate e presenti, di università libere, ma senza dogmi. Il primo modulo della luz saranno i tre incontri del: SEMINARIO SULLA CRISI ECONOMICA Per il terzo anno di seguito, all’interno dell’ambito del attività di autoformazione promosse dal Laboratorio Zeta, prende avvio un seminario di lettura di testi e discussione collettiva sulla crisi economica. Riteniamo che uno sguardo autonomo, e privo dei condizionamenti del grande circo mediatico, sulla crisi e sui suoi risvolti politici e sociali sia oggi quanto mai necessario. A questo si aggiunge l’urgenza di indagare i presupposti epistemologici che stanno a fondamento di discorsi che pretendono di presentarsi con un’aura di scientificità sistematicamente smentita dalla realtà. Abbiamo pensato di dare avvio alla nostra riflessione con un modulo di tre appuntamenti nei quali indagare i luoghi comuni più diffusi sulla natura della crisi economica. Di seguito proveremo ad analizzare la legittimità di quegli approcci che, in nome del libero mercato, continuano a proporre ricette fondate sull’austerity che inevitabilmente finiscono per aggravare la recessione economica. Infine proveremo ad occuparci di alcuni di quegli approcci di teoria economica che affrontano il tema della crisi da un punto di vista non ortodosso ma non per questo, anzi, meno valido e necessario. IL CALENDARIO martedì 20 NOVEMBRE ORE 21.00 CRISI Manifesto degli economisti sgomenti. Capire e superare la crisi. Sbilanciamoci, 2011 Il Manifesto degli economisti sgomenti è scaricbile gratuitamente dal sito sbilanciamoci.info Un’introduzione generale ai temi della crisi. La crisi economica, le false certezze dei media. Dall’idea che "i mercati finanziari sono efficienti" a quella che "l’aumento del debito pubblico è il risultato di una spesa eccessiva". Il salvataggio delle banche a tutti i costi, la fiducia cieca nella stessa bolla finanziaria che ha creato il disastro, e le politiche di austerity che acuiscono il conflitto sociale. martedì 4 DICEMBRE ORE 21.00 AUSTERITY Brancaccio Emiliano, Passarella Marco, L’austerità è di destra, Il Saggiatore, 2012 Sergio Cesaratto e Massimo Pivetti (a cura di), Oltre l’austerità, Micromega online, 2012 La politica monetaria dell’austerità, del pareggio di bilancio, del taglio della spesa pubblica. Il giudizio giornaliero dei mercati e le bizze delle agenzie di rating. Grecia, Irlanda, Spagna e Italia a un passo dal baratro. Se i tagli e l’aumento delle tasse invece di risanare il bilancio deprimessero ulteriormente l’economia e quindi il gettito fiscale? La linea dell’austerità va combattuta, in quanto conservatrice, antisociale e quindi antidemocratica. martedì 18 DICEMBRE ORE 21.00 COMUNISMO Riccardo Bellofiore, La crisi capitalistica, la barbarie che avanza, Asterios, 2012 Riccardo Bellofiore, La crisi globale, l'Europa, l'euro, la Sinistra, Asterios, 2012 Le cause della crisi nell’analisi svolta ne il Capitale di Marx. La finanziarizzazione come conseguenza della caduta tendenziale del saggio del profitto. La tendenza alla crisi da realizzazione, ovvero da insufficienza da domanda. La Grande Recessione dal 2007 vista come la crisi di un capitalismo neoliberista che, lungi dall’essere monetarista e stagnazionistico, è stato una sorta di keynesismo privatizzato. La crisi europea e del debito pubblico come l’altra faccia della crisi globale e del debito privato. |