A quanto pare i soggetti da criminalizzare e reprimere, per i tutori della legalitā sono quelli che si impegnano a riaprire edifici abbandonati da decenni, rendendoli luoghi accessibili, pubblici, fruibili, vivi.
Davanti ad un'azione che rende lampante l'atteggiamento repressivo delle forze dell' "ordine" verso forme di dissenso e di aggregazione politica e culturale alternative, verso iniziative autogestite volte a restituire aree ed edifici dimessi alla cittā e ai suoi abitanti, non possiamo che esprimere tutta la nostra riprovazione politica, culturale e morale.
Continuiamo a pensare che il dissenso debba avere diritto di cittadinanza, che gli spazi e i luoghi possano e debbano venire recuperati e utilizzati socialmente anche con pratiche di riappropriazione diretta. Invitiamo pertanto tutti coloro condividono il nostro sdegno e le nostre preoccupazioni ad aderire a questo appello sottoscrivendolo.
La redazione di Niņo