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2001: CINQUANT’ANNI DALLA TRAGEDIA.

Un'altra figura di follia "divina" si insinua nel bel mezzo di questa rassegna. In Euoropa '51 Rossellini la descrive magistralmente, mettendola a confronto con tutte le opzioni ideologiche del tempo: l’Europa del ’51, appunto. troviamo di fronte ad un'attenta rappresentazione dell’improvviso stravolgimento dopo la tragedia di una vita serena e senza preoccupazioni, tipica dell'aristocrazia a cui appartiene la protagonista Irene Girard. Alla tragedia seguono i maldestri tentativi uscire dalla disperazione. In primis Irene tenta di avvicinarsi alle idee di emancipazione sociale e di comunismo, ben esemplificate nel cugino giornalista. In secundis presta la propria vita alla filantropia e alla carità verso i deboli, immergendosi nel tessuto urbano di una Roma ancora distrutta. L'ultima e definitiva scelta, "ultima" non solo in senso cronologico, è la follia isolazionista, il totale abbandono ad una lettura radicale del messaggio evangelico. film rappresenta anche quel passaggio dal cinema neorealista dal gusto impegnato e militante del secondo dopoguerra italiano al cinema di ispirazione religiosa che investì il "secondo" (o il terzo?) Rossellini. Una cosa è certa: in questa "conversione" Rossellini trascinò con sé anche la bella compagna Indrig Bergman. Conducendola con la cinepresa in un viaggio verso l'alto che brucia gradualmente ma inesorabilmente tutte le tappe dell'umano esistere: Il piano sociale, la comunicazione e i rapporti familiari soccombono inesorabilmente nel fondo nero della fede. Una fede senza mezzi termini, totale e per questo incomprensibile come il divino. Una fede che provoca scandalo. provocò lo scandalo e per questo fu crocefisso. Una stupida radiografia non può scovare i segni dell'illuminazione. Irene rinnova lo scandalo e finisce tra le mani degli psichiatri, farisei dell'oggi. sua opera ambiziosa Rossellini non è facilitato dalla sceneggiatura, a cui hanno messo mano ben nove persone, contribuendo ad una balbettante rielaborazione: Massimo Mida, Antonello Trombadori, Rossellini, Sandro De Feo, Ivo Perilh, Brunello Rondi, Diego Fabbri, Mario Parinunzio e Antonio Pietrangeli. piace ricordare la scena della morte della puttana, accompagnata nel suo calvario dall'angelo della Bergman. Una delle immagini più stridenti della storia del cinema.tentativo rosselliniano e neorealistico in generale di tratteggiare scene di vita del sottoproletariato urbano, pieno di puttane, ladri e poveracci, rimane tuttavia un pò esotico. Nulla a che vedere con le pitture surrealistiche e poetiche dell'allora ragazzo Pierpaolo Pasolini.

Giuseppe Terranova