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I Vitelloni di F.Fellini

I vitelloni sono `` i sfasciallitti `` di provincia degli anni ` 50 (in forma elegante e composta), prototipi sempre validi di esemplari umani. Alberto è il più folle, capace di deridere i lavoratori per strada e di disperarsi per la sofferenza della madre e della sorella. Leopoldo è l'intellettuale del gruppo, che ogni sera si siede al tavolino per scrivere la sua commedia e nel frattempo corteggia la serva dei vicini di casa. Riccardo, quello che canta, non ha una precisa caratterizzazione, di lui si sa che

`` ogni sera si accorge di ingrassare''. Moraldo è il più giovane e il più silenzioso e Fausto (bastardo eccellente) è il loro capo e la loro guida spirituale. Le loro giornate trascorrono più o meno allo stesso modo vacuo. Tutti sono disoccupati, e tutti cercano in qualche modo di ritardare la crescita. Ogni genere di trasgressione è un modo per eludere la presa di coscienza. Sembra che niente possa alterare questo stato.

Siamo lontani dalle atmosfere surreali prettamente felliniane. Questo è un film sulla disillusione, o meglio sulla mancanza di illusioni. Quello che all'inizio può sembrare un tipico affresco dell'Italia di quel periodo, in realtà è uno scavo psicologico atemporale. Lo sguardo è quello dei protagonisti, che si sofferma apatico sui paesaggi spogli e malinconici, come il mare d'inverno o le strade buie. Anche dietro l'apparente allegria di una festa di Carnevale si nasconde un'insoddisfazione di fondo che emerge tra le grida di Alberto ubriaco: Chi siete voi? Mi fate schifo!

C'è una simmetrica corrispondenza tra riflessione e finta spensieratezza, ma non si cade mai nel didascalico. Tutti i sentimenti inespressi sono racchiusi nelle inquadrature perfettamente calibrate. Le emozioni messe a tacere dai vitelloni si riflettono sui gesti e sulle parole dei personaggi di contorno, che hanno un ruolo fondamentale . Le donne - soprattutto - sono le uniche in grado di suscitare in loro delle reazioni. Le sequenze finali, attraverso un rapido susseguirsi di immagini, silenzi e frasi accennate, restituiscono, nella loro delicata crudezza, un po' di speranza. Magari le cose resteranno così, o qualcuno, come Moraldo, deciderà di fare un passo avanti.

Qualsiasi cosa avvenga:

Ci sono tu''''''''''''''''''''''''''''''''''''''